Date quete premesse, si comprende bene come fu possibile giugere a un completo e netto rifiuto del passato: tutte le età precedenti furono ritenute una serie interminabile di errori, una lunga notte di barbarismo, superstizione, ignoranza, un rifiuto categorico, esteso a quello scientifico, riguardo al quale l’atteggiamento critico era pienamente giustificato, ma anche alla letteratura, all’arte, al pensiero. Il più clamoroso degli errori, forse, tanto per dirne una, l’incomprensione per Dante.
Quanto tali posizioni siano in contrasto com la realtà dello spirito umano, lo dimostrarono ampiamente i figli e i nipoti degli Illuministi, i Romantici, L’irrequietudine di questi fu il prodotto quasi matematico dei presupposti creati daí loro predecessori.
Per il conseguimento del suo equilibrio, infatti, l’uomo há bisogno di sentirsi ancorato a una base solida, nella formazione della quale concorrono diverse componenti: gli affetti individuali, la contenzza di sè, il riuscito inserimento nella società; ma accanto a queste, non ultima, la continuità culturale.
Aver bandito senza mezzi termini tutto ciò che stava alle loro spalle, esperienza, tradizioni, credenze, provocò un vuoto spirituale, uno smarrimento ed un disagio, non molto dissimile da quello provato dal bambino a cui sfugge il lembo della gonna materna. Fu come rompere ogni ponte com la terra madre e ritrovarsi in un’isola sperduta nell’oceano della storia senza legami di sorta.
Non a caso ci siamo dilungati a parlare di questo importante capitolo dell’umanità. Non potremmo disporre di un esempio più opportuno per illustrare e mettere in evidenza un principio che ci sta molto a cuore: che la continuità com il passato, com tutto ciò che è stato prima di noi, com il substrato sconosciuto di secoli, avvenimenti, persone che hanno pensato e fatto, da cui è nata la nostra civiltà, il nostro modo di pensare, noi, è una esigenza insopprimibile dello spirito umano, radicata dentro di noi com la stessa forza di altri sentimenti universali ed eterni, come l’amore, o l’impulso ad abbattere traguardi sempre nuovi.
Non c’è dunque nessun contrasto fra la proiezione verso il futuro dell’uomo moderno e il suo desiderio, o meglio necessità, di ripercorrere il passato.